Passo indietro della Commissione Europea, niente tagli alla Pac 2015
La commissione europea aver cambiato approccio nei confronti dell’agricoltura. Il settore, che dimostra di essere particolarmente forte anche in questo periodo di crisi prolungata, è stato sempre considerato una sorta di “banca” da cui attingere per reperire fondi da destinare ad altre attività . Fino ad ore gli agricoltori europei sono riusciti, nonostante tutte le difficoltà , ad andare avanti e continuare a produrre ricchezza, ma in questi ultimi mesi la situazione è peggiorata.
Da un lato il maltempo, che ha colpito molte delle regioni di produzione europee, e dall’altro l’embargo russo che ha letteralmente chiuso le porte di uno dei maggiori mercati dell’export europeo. Difficoltà , queste, che in un primo momento non sembravano essere state prese in considerazione dalla Commissione Europea quando ha deciso di tagliare di 448 milioni di euro i fondi per il bilancio agricolo del 2015, al fine di destinare tale somma ad altro. Il settore agricolo, per far fronte alla sua grave situazione, avrebbe dovuto mettere mano alla sua riserva di crisi, autofinanziandosi.
A questa decisione ha fatto seguito una dichiarazione congiunta di 22 Stati Membri dell’Unione Europea (l’Italia non ha firmato la dichiarazione in quanto attualmente Presidente UE) contro questo ennesimo taglio alla Pac. E la Commissione Europea ha finalmente preso in considerazione le rimostranze del settore agricolo decidendo di non tagliare i fondi destinati alla Pac: i 448 milioni di euro saranno utilizzati per il settore agricolo.
Grande soddisfazione è stata espressa da tutte le parti in causa, soprattutto perché attingere alla riserva di crisi per sostenere i costi dell’embargo russo avrebbe voluto dire mettere gli agricoltori europei in una situazione non ulteriormente sostenibile.
LaPacPolitica Agricola Comunitaria, si è dimostrata essere uno strumento molto efficace nella creazione di una maggiore integrazione e coesione del settore a livello europeo, soprattutto in vista dell’aumento della domanda di prodotti agricoli, prevista nei prossimi anni con l’aumento della popolazione.