Agricoltura, largo ai giovani!
L’agricoltura italiana continua a far segnare dati positivi. Secondo l’ultimo rapporto della Coldiretti circa l’occupazione in agricoltura, infatti, nel terzo trimestre del 2014 il numero dei lavoratori nelle campagne è cresciuto ancora: +1.5% rispetto al periodo precedente, percentuale tripla rispetto a quanto registrato per gli altri comparti economici.
Il settore agricolo si conferma quindi come un’ottima occasione per coloro che sono in cerca di un’occupazione, stabile o solo temporanea, in particolar modo per i giovani, oggetto di una serie di provvedimenti sia a livello nazionale che europeo. I giovani, dal canto loro, sembrano anche essere particolarmente interessati ad un ritorno alla terra, come mostrano i dati relativi alle iscrizioni negli istituti agricoli che sono cresciute di quasi il 40% dal 2007/2008.
Questi dati che raccontano come i giovani italiani, e non solo i giovani, abbiano tutta l’intenzione di tornare a lavorare la terra. Non bastano, però, ad assicurare che per costoro ci siano delle reali opportunità . Sebbene, infatti, un incremento dell’attività agricola sia l’unico modo per dare slancio alla ripresa economica del paese, ci sono ancora molti ostacoli da superare per le nuove imprese agricole.
Il primo ostacolo da superare è l’accesso alla terra, che in Italia si traduce come una quasi impossibilità di accesso al credito. La terra da coltivare non manca di certo, il problema è il suo costo: un ettaro di terreno in Italia costa mediamente 20,000 euro, cifra che può arrivare anche a oltre un milioni nelle zone di produzione più famose.
Un aiuto in tal senso è arrivato direttamente dallo Stato che, grazie ad un protocollo di intesa firmato con le Regioni, sta mettendo a disposizione, in concessione o in affitto, dei giovani imprenditori agricoli i tanti ettari di terreno incolto presente in Italia (le ‘banche della terra’ che alcune Regioni hanno già attivato).
Ma questo non è ancora sufficiente. Un altro grande problema degli imprenditori agricoli italiani è la redditività  delle loro imprese che può essere raggiunta solo con una drastica inversione di tendenza che renda le imprese agricole moderne e multifunzionali e, soprattutto, di una maggiore trasparenza nella filiera di produzione.